Il palazzo de Beaumont sorge come molti altri palazzi dell’aristocrazia tarantina lungo la via Le Fogge, oggi via Paisiello, con affaccio diretto sull'incomparabile bellezza del Mar Grande.
La famiglia de Beaumont, cavalieri del Regno di Navarra, giunse a Taranto nella prima metà del XVII secolo, epoca in cui Antonio, il capostipite, nel 1628 ricoprì la carica di Regio Governatore della città. Il cospicuo patrimonio di famiglia venne accresciuto principalmente da Giuseppe e da suo figlio primogenito Luigi Gaetano, il cui figlio Giuseppe Maria sposò la nobile Teresa D’Ayala, e si estinse con il loro figlio Luigi sposatosi con Maddalena dei Marchesi Bonelli di Barletta.
Le vicende matrimoniali e patrimoniali, i conflitti che spesso si crearono tra nuovi e vecchi nuclei imparentati fra loro, il rapporto con i luoghi e il legame con la vita pubblica della famiglia di cui ci occupiamo, si riflettono sulle scelte e sulla impronta data al palazzo di famiglia e finiscono per misurarne il potere e il successo.
L’abitazione non esprime soltanto lo status raggiunto dalla famiglia de Beaumont e non ne attesta unicamente la ricchezza e il potere, ma ne incarna anche la continuità nel tempo. Dal XVI secolo, infatti, per evitare le frammentazioni legate al sistema ereditario divisibile, le famiglie aristocratiche adottarono il fedecommesso indivisibile: il patrimonio familiare cioè, veniva trasmesso al primogenito, vincolandolo a trasferire a sua volta i beni della famiglia al proprio figlio maggiore che, di generazione in generazione, continuava ad abitare nel palazzo di famiglia con i genitori, la moglie e i figli, spesso anche con qualche fratello che la trasmissione indivisibile aveva costretto al celibato e la numerosa servitù.
Il fabbricato si articolava intorno ad un atrio interno sul quale si affacciavano i magazzini e le cantine destinate a raccogliere e conservare derrate e prodotti che provenivano dalle campagne e dalle numerose masserie dei proprietari, accanto a tali locali si aprivano rimesse per le carrozze e stalle per i cavalli. Dall’androne, poi, attraverso una scalinata ampia, si accedeva al piano nobile con la tipica sequenza di sala (l’ingresso dell’abitazione), anticamera, camere e camerini, galleria (stanza di rappresentanza), camera da mangiare (sala da pranzo), camere da letto, e stanze per la servitù.
Le cucine e le dispense erano sistemate nel “basso” dell’abitazione, mentre il “quarto superiore” era quasi sempre destinato ad abitazione di genitori, di fratelli e zii non sposati e della servitù.
Sostanzialmente il palazzo, nei cento anni considerati, non subisce forti rimaneggiamenti ma solo qualche piccolo adattamento dovuto alle accresciute esigenze di spazio della famiglia. Quel che sembra invece cambiare è lo stile di vita dei proprietari in rapporto alle nuove strategie patrimoniali e riguardano più che altro gli ambienti interni che diventano più ricchi e articolati e con una maggiore varietà di spazi. Le descrizioni ci trasmettono l’immagine e il dettaglio degli ambienti e ci restituiscono un quadro della condizione sociale e culturale degli uomini e delle donne della famiglia de Beaumont. Verso la metà del Settecento l’arredamento è ancora legato ad uno stile seicentesco e barocco con ornati fastosi e ridondanti soprattutto nelle tappezzerie damascate con i colori usuali dell’epoca: il verde, il cremisi, il giallo oro che rivestono i letti, le pareti, le carrozze, le sedie e i portieri (tende di porte e finestre), ma già verso la metà del Settecento si fa strada, dopo le grandi costrizioni imposte dalla severità spagnola, il gusto francese nell’arredamento e nella moda.
Ben diversa l’atmosfera in casa de Beaumont a metà Ottocento; l’essenziale documento che descrive i mobili appartenuti all’eredità dell’ultimo discendente della famiglia, Luigi, sposato a donna Maddalena Bonelli, che ne richiese l’inventario, ci appare sbrigativo nella descrizione che rimanda a ben altri mobili rispetto al secolo precedente: divani vecchi e sdrusciti, stiponi di abete, poche sedie, pochissimi quadri, qualche specchio con cornici dorate, un pianoforte verticale. In linea con il nuovo gusto della Restaurazione, verso la metà del secolo nel palazzo in via le Fogge compaiono nuovi legni, accanto al noce soprattutto il mogano e il palissandro, il più delle volte impiallicciati; è cambiata anche la lingua con molti riferimenti a termini francesi: consuole (consoles), toelette (toilettes), comò, chefonieres, dormose.
La camera da letto, essenziale nel secolo precedente ma con funzioni anche di rappresentanza, ora assume un aspetto più privato e si arricchisce, assomigliando sempre più al tipo di arredamento moderno: il letto in ferro ha l’ implaccitura di ottone e si completa con il comò, le colonnette (comodini), la toeletta di noce con marmo per la cura della signora, la scrivania, la poltrona, mentre appare per la prima volta il guardarobba impellicciato di noce vecchio.
Scarna la descrizione della cucina con le stoviglie di rame rossa, le posate d’argento, una volta vanto della famiglia con le iniziali del padrone di casa che poteva ricevere alla sua tavola ventiquattro ospiti, sono diventate appena dieci solo ottanta anni dopo, nella rimessa i due cavalli bardati con guarnimenti ottonati e neri sono destinati a trainare un brum, un faelan e un non meglio identificato sociable, tre vecchie carrozze che hanno visto tempi migliori.
Maddalena, rimasta vedova a sessantaquattro anni e risposata al barone Giovanni Pantaleo senza figli in una città non sua, soggiorna spesso a Napoli e, a Taranto, si preoccupa soprattutto di curare le numerose masserie e in particolare la villa suburbana di S. Antonio per la quale alla veneranda età di 98 anni intenterà causa al comune di Taranto per i danni provocati alla villa settecentesca e al casino di villeggiatura dalla soppressione dell’antica strada di S. Lucia per la costruzione del nuovo Borgo. La vertenza, che troverà la sua conclusione solo nel 1901, si concluderà a favore di donna Maddalena alla quale sarà risarcito il danno provocato dal mancato uso degli ingressi alla sua proprietà.
Della antica e sfarzosa dimora dei de Beaumont nel borgo antico affacciata sul Mar Grande, non si parlerà più, poche le tracce lasciate nelle fonti, quasi una voluta disattenzione che porterà l’edificio ad un progressivo e inarrestabile declino.
Inventario dell'eredità di Giuseppe de Beaumont
1755 febbraio 1, Taranto
ASTA, notaio Troncone Donato Antonio, scheda 144, cc.66r-98v
Dopo la morte di Giuseppe de Beaumont, Luigi suo figlio primogenito ed erede universale, anche nell’interesse della madre Chiara Sisto di Lecce, dispone l’inventario di tutti i beni appartenenti al patrimonio paterno e nel dubbio che questi avesse potuto contrarre debiti, chiede con pubblico bando che gli eventuali creditori si facciano avanti e siano presenti alla stesura del documento. Il primo bene sottoposto ad esame è il palazzo di famiglia sito nel pittaggio di Baglio e nella strada delle Fogge. Così viene descritto il palazzo nel 1755 “… sala, anticamera, galeria, due camere di letto, con due camerini in appresso, con una torretta soprana, un’altra anticamera con una camera per letto e con un camerino in appresso e sopra dette abitazioni una piccola sala e quattro stanze e due dispense in appresso ed una cocina in detto quarto soprano con due astrichi, uno dalla parte della via publica e l’altro dalla parte delle muraglie, un quarto inferiore consistente in una piccola sala, tre camere inferiori ed in detto basso una cocina e tre dispense, sito e posto dentro questa città di Taranto in pittaggio di Baglio, con magazeno sottano per rimettere vettovaglie, cantina per riponere legne, con una cisterna d’acqua piovana ed altra di fontana, con pozzo d’acqua sorgente, una postura con sei cisterne per conservar oglio, un atrio che corrisponde al portone, una stalla per uso di cavalli, una camera per conservar paglia, con una sellaria, un altro camerino per riponere carboni ed altri membri”.
Trascrizione di parte del documento
Nella sala del medemo palazzo
Quattro quadri, due grandi e due mezzani, con cornici indorate, tre de quali con pitture di fiori e frutti ed uno con l’effiggie di un huomo che sta appoggiato.
Tre cassabanchi d’apeto con loro spalliere, in uno di essi uno menzale con sei salvietti di bombace a tamaschetto per uso della tavola e sei posate intiere d’argento con li loro cortelli ed uno di essi spezzato e senza il manico. Nell’altro sei cicchare di Faenza della Terza con li loro piattini, una ciccolatiera ed una caffettiera di rame e alcuni ferri per tappi.
Nell’anticamera appresso
Quattro sedie di vacchetta di Fiandra, due sedie di paglia, tutte di color verde usate, una sedia piccola per bambini, due boffette di noce, una bislunga e l’altra ovata con suoi piedi fatti al torno
Due cantarani coverti con radiche d’olive a tre registri per ciascheduno e dentro di essi gli abiti tanto di esso signor don Luiggi, quanto della signora donna Chiara Sisto di lui moglie, che sono videlicet
Al primo registro un cappelo bordato d’oro con suo bottone d’oro e laccetto di seta negra, fatto a punto di Spagna
Un giamberichino e calzone di velluto nero
Un gianberichino di amuer torchino con ricami di argento
Una giamberga di sponsalizio di velluto rigato con suoi bottoni di oro, due faccioletti di tela di bombace rigata rossa
Due para di calzetti di seta, uno bianco e l’altro serpentino
Una tovaglia bianca di bombace per covrire dette robbe proprie del signor don Luiggi
Nel secondo registro
Un cantuscio ed una gonnella imbottita di raso torchino usate per uso della signora donna Chiara
Una giamberga e calzone di raso d’amans, con la fodera a detta giaberga di taffettà negro
Due giamberichini con maniche, uno di criscetto torchino e l’altro di amuer giallo
Una giamberga di criscetto a color d’amaranto con fodera di taffettà dell’istesso colore
Una giamberga biancaccio di barracano di Valenza ed un paro di calzoni di amuer negro
Una tovaglia di tela con pizzilli per covrire dette robbe che sono proprie del signor don Luiggi
Nel terzo registro
Un calzone e giamberichino di panno negro, un calzone e giamberga di panno cenerizio
Un cappotto di grattino scarlato con due alamari d’oro, un giamberichino, calzone e giamberga di castoro tutto gallonato e la giamberga foderata di criscetto torchino
Una giamberga di barracano a color cenere di Valenza in cordonato proprie dette robbe del signor don Luiggi, due mostri di giamberga e di giamberichino di drappo in oro forastiero del detto signore
Due busti della signora donna Chiara, uno di amuer torchino e l’altro di amuer bianco
Nell’altro canterano al primo registro
Un guardapiede di taffettà bianco ricamato con fiori d’argento e seta
Un andrie con sdrisci di seta verde d’argento
Un altro andrie di drappetto bianco in oro e fiori di seta con varii colori; due para di scarpe uno sopra al primo abito e l’altro sopra al secondo
Due busti, uno di amuer nero con bottoni di brilli ed un altro di amuer lattante coronato con oro
Una tovaglia per covrire detti abiti che sono per servizio di detta signora donna Chiara
Nel secondo registro
Un cantuscio e sottanino di amuer bianco, un sacrestano di amuer rosso, un cantuscio ed una gonnella d’amuer a color di zolfo racamato in argento
Un poco di moschino ed un poco di tela d’Olanda, un andrie di fondo lattante con fiori d’argento e seta
Un andrie di amuer negro, ed una tovaglia per covrire dette robbe proprie di detta signora
Nel terzo registro
Un busto usato d’amuer rosso con sdrisci d’argento, una gonnella rossa di caffo scarlato
Due scadole con dentro undeci cuffie tra fini ed ordinarie e tre sciarpette fine ed un’altra recamata, un velo di seta negro per la communione
Una corsè di velluto cremise proprie dette robbe di detta signora donna Chiara. Sette placche indorate con li specchi ed uno di essi specchi rotto
Un quadro bislungo con cornice indorata, rappresentante l’effigie del signor don Fulvio Elefante, un altro quadro anche con cornice indorata, rappresentando l’effigie di Luiggi XIV
Un altro con l’effigie di Nostro Signore che sta dormendo, un altro con l’effigie del fu marchese di S. Crestina Simonetti
Tre campagnole con cornice indorata, una piccola e due più grande, due alri quadri mezzani con l’effigie di Filippo V e la regina Elisabetta
Un altro rappresentando l’effigie d’Oloferne ed un altro che non si puol conoscere qual figura rapprasenta
Un trombone di rame, un bacile di creta di Faenza per lavar le mani, due guantiere di legname con vernice ed una testa con scatola per pirucca, un bastone per volante col pomo di rame in argentato.
Nel quarto della parte del mare, nell’anticamera
Dieciotto sedie di paglia con pomi indorati fatte alla chinese
Due specchi al muro grandi con cornice indorate ed intagliate, disse la signora donna Cilla essere ereditarie del fù don Scipione Elefante di lui padre, un quadro mezzano con profili di cornice indorati, rappresentante l’imagine della Vergine Santissima Nostra Signora con Giesù bambino in braccia e del glorioso patriarca S.Giuseppe, un altro quadro con profilo indorato bislungo, rappresentante l’effiggie dell’Adorazione de Santi Re Maggi, Giesù Bambino, Nostra Signora Maria Sempre Vergine e S. Giuseppe, un altro anche con profili indorati, rappresentante l’effiggie di S. Michele Arcangelo, un altro più piccolo bislungo, rappresentante campagnole, un altro quadro con cornice indorata rappresentante l’effiggie di Nostro Signore con veste bianca avanti Erode, un altro quadro con cornice indorata rappresentante l’efiggie di due personaggi favolosi, disse la detta signora donna Cilla hereditari del fu don Scipione Elefante, un altro quadro con cornice indorata rappresentante tre figure, una ligata ad un albero un altro anco con cornice indorno rappresentante l’effiggie d’un Re che lascia le spoglie reali e si veste d’un ruvido sacco, un altro quadro con cornice indorata che non si conosce la figura, disse detta signora donna Cilla hereditari del fu don Scipione Elefante, un quadro mezzano con profili indorati rappresentante l’effiggie d’un Angelo, un altro rappresentante l’effiggie di Nostra Signora Maria Sempre vergine della Pietà, un altro rappresentante l’effiggie del Glorioso Patriarca S. Guiseppe, un altro con l’effiggie del Salvatore, un altro con l’effigie di Nostra Signora Sempre vegine Addolorata, otto placche indorate con loro specchi, tre cantarani a quattro registri per ciascheduno vacui.
Nella camera appresso
Sei sedie di paglia con pomi indorati fatti alla chinese, un’altra piccola della istessa maniera, due altre sedie di paglia usate tinte verdi, un inginocchiatoro con quattro tiratori vacui, uno specchio coverto di cristalli
Un altro specchio indorato con cornice intagliata, disse la signora donna Cilla essere hereditari del fu don Scipione Elefante
Due scarabatti con cristalli, disse hereditari del detto fu don Scipione, due boffette di noce, disse essere hereditarie del detto fu don Scipione Elefante, cinque placche con specchi con cornici indorate, un quadro rappresentante l’effiggie di alcune donne, con profili indorati, un altro con l’effiggie di S. Agostino con profili indorati, un altro con l’effiggie di S. Filippo Neri, un altro rappresentante l’effiggie di Nostro Signore e la Samaritana, un altro con l’effiggie di Nostra Signora Sempre Vergine con Giesù in braccia, un altro con l’effiggie di Nostro Signore e S. Giuseppe, un altro con l’effiggie di S. Lorenzo, disse hereditarii del detto don Scipione Elefante, un altro con l’effiggie di Nostra Signora del SS. Rosario con cornice indorata, un altro con l’effiggie di S. Agnese, disse hereditari ut supra, un altro con l’effiggie di Nostra Signora delle Grazie, un altro con l’effiggie di S. Apolonia hereditari ut supra, un altro piccolo con l’effiggie di S. Francesco Saverio, un crocifissetto d’ottone, due quadri con cornici indorate, uno rappresentante campagnole e l’altro con l’effiggie di Nostro Signore Giesù Christo morto, un vaso per le necessità del corpo di creta ed un orinale di vetro con sua veste.
Nella galleria
Quattro specchi grandi indorati con loro cornici, con piccioli specchi di sopra
Dieci sette placche con loro specchi con cornici intagliate indorate e con li loro lumieri, venti sedie di paglia indorate ne pomi e parte di esse con pittura alla chinese, quattro boffette di legno a color di marmo con li loro piedi indorati, un'altra boffetta di Fano con coverta di panno verde et in detta boffetta sei buchi foderati per uso di gioco
Quindeci piccoli quadri con cornici negre con profili indorati rappresentanti l’effiggie di molti Santi
Un quadro al muro con cornice negra con profili indorati rappresentante l’effiggie di S. Francesco di Paola
Un altro consimile rappresentante l’effiggie di S. Francesco Saverio
Un altro consimile rappresentante l’effiggie di Nostra Signora Maria Sempre Vergine assunta in Cielo
Un'altra consimile, rapprsentante l’effiggie dell’Immacolata Concezzione
Un altro consimile rappresentando l’effiggie del Glorioso S. Pietro
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di Lucrezia Romana
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di Apollo che scortica Marzia
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di Nostro Signore alla Colonna
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di Maria Addolorata
Un altro consimile più piccolo con cornice indorata rappresentando l’effigie di una testa di morte con un libro
Un altro piccolo all’incontro con cornice negra con profili indorati rappresentando l’effiggie di S. Girolamo
Un altro bislungo con cornice negra e profili indorati rappresentando l’effiggie della Natività di Nostra Signora Anna e S. Giacchino
Un altro più piccolo consimile rappresentando l’Annunciazione di Nostra Signora e S. Michele
Un altro consimile rappresentando lo sponsalizio di S. Giuseppe
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di un Sovrano
Un altro consimile rappresentando la stragge dell’Innocenti
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di S. Teresa
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di diverse figure della Scrittura Sacra
Un altro con cornice indorata rappresentando l’effiggie di Samuele profeta
Un altro con cornice negra e profili indorati rappresentando l’effiggie della Circoncisione del Signore
Un altro consimile rappresentando la fuga di Nostro Signore e S. Giuseppe in Egitto
Un altro consimile rappresentandola Nativitàdi Nostro Signore
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di nostra Signora e S. Elisabetta
Un altro consimile rappresentando il Giudizio di Salomone
Un altro consimile rappresntando l’effiggie della presentazione di Nostra Signora al Tempio
Un altro consimile rappresentando il re Asmale e la regina Ester
Un altro rappresentando una favola con un uomo ed un figliolo
Una brasciera con sua palettina ed asciogatoio di ciarchie per li panni de figlioli.
Nella camera appresso
Due specchi grandi con loro cornice intagliata indorate
Un quadro con cornice indorata rappresentando l’effiggie dell’Annunciazione di Nostra Signora
Un altro consimile rappresentando l’effiggie di Nostra Signora con Giesù in braccia
Un altro con cornice indorata rappresentando l’effigie di S.Giuseppe e nostro Signore in braccia
Un altro similmente con cornice indorata rappresentando l’effigie delle Serva di Dio Suora Maria Serio
Un altro piccolo con cornice indorata rappresentando l’effigie di S.Giuseppe dormendo
Un altro bislungo con cornice indorata rappresentando l’effigie di diversi fiori e frutti
Venti cinque quadretti piccoli e mezzani con cornice indorata ed uno di essi di tartaruca con l’effigie di Nostra Signora con Bambino in braccia e l’altri rappresentando diverse campagnuole ed effigie di Santi
Una scrivania di noce con sette tiratori e dentro di essi alcune parte lavorate e robbe dolci e sopra di essa due statuette di alabastro, una Santa Rosa di Limon e l’altra S. Berardino di Siena
Un bambino di cera riposto dentro una cassettina di vetro
Sedie di coiro numero sei, due boffette coverte debbano
Due scrigni inverniciati con molti registri vacui
Sei cicchare per cafè con loro piattini
Tre sedie di paglia tinte verde
Una piccola sedia per figlioli col suo vaso di creta sotto
Uno scannetto di legno per figlioli piccolo
Un letto consistente in due matarazzi pieni di lana, due lenzuola con sua cultra imbottita e sei cosceni, con loro coscionieri, quattro tavole e due tristelli di legname incastrati
Un telaro con loro ferri per uso di cortina, una cassetta di legno con suo vaso di creta per necessità del corpo
Nel camerino appresso
Due baugli di vacchetta di Fiandra e dentro di essi lenzuola fini di tela di Bari para sei
Un altro lenzuolo d’orletta con pizzilli attorno
Lenzuoli di tela bombacegna para quattro
Faccie di cosceni di tela di Bari para otto
Coverte di bombace bianca numero tre
E più un’altra coverta fina di Fiandra
Tovaglie fine per la faccia numero quattro
Mesali fini numero sei e salvietti fini numero trenta
Mesali ordinarii numero quattro e salvietti numero venticinque
Tovaglie per la faccia ordinarie numero quattro
Cammisce numero quattro e para quattro di calzonetti, quattro para di calzetti e quattro barettini per uso del signor don Luiggi, come pure quattro faccioletti di orletta per il medesimo
Una barbiera di tela di cassetta con sua tovaglia di tela con pizzilli attorno
Tre spargani di pipiriello grandi per la figliola grande
Una tovaglia di seta a color torchino
Due cosceni di teletta di Portanova rossa per uso di ginocchiatoro, o pure per fenestre
Tre avantisini di cambraya, un ferro di ottone per lo posima con due anime di ferro dentro, una cassa d’apeto ordinaria con sua serratura e dentro una pianeta di teletta di Portanova rigata in seta, un calice con suo piede d’ottone e con patene d’argento indorati e sua coppa, due corporali e due palle, due borze ed un velo, quattro purificatori e tre lavabo ed una tovaglia piccola per le mani
Tovaglie d’altare numero tre, cioè una di tela di cassetta con pizzilli attorno e due ordinarie, una cammisa di tela ordinaria, un cingolo ed ammitto, un messale grande, un campanello di bronzo
Otto frasche di fiori di carta per uso dell’altare
Un cortinaggio di damasco verde con sua coverta
Due vesti di boffette rotonde di tavola, una di teletta di Portanova verde e l’altra di pelle rossa
Un’altra cassa d’apeto ordinaria con due serrature e dentro di essa una pignata piena di zuccaro, due setacci, due farnari per farina, ed uno farnaro per il grano, un mezzetto ferrato ed uno stoppello e sotto di esso il mezzo stoppello, due spinatore, una incasciata e l’altra piccola. Nel muro un cristallo per uso di panni e due cernitori.
Nel tramezzano sopra detto camerino
Quattro vasi di creta per riponere farina, vacui, quattro pignate di creta per farina vacue, un ombrella e due matassari
Uno stipo al muro con dentro molte coppette di Faenza con due bicchieri di cristallo
Nella camera di rispetto contigua alla detta galleria
Un apparato di raso a color cremisi, con un padiglione di damasco anco cremisi ed in esso un letto di rispetto consistente in due matarazzi pieni di lana con loro gialletto di damasco cremisi, una coverta di tela di Persia fiorita imbottita di bombace, con sette tavole d’apeto e due tristelli di ferro, con una coverta di damasco cremesi ed in esso padiglione il cielo guarnito con cornice indorata ed al muro un quadretto torniato di ottone lavorato, con due figure di avolio dentro, con suo cristallo avanti e sotto un crocifissetto di legno con piccola cateniglia d’argento
Nove placche al muro con loro specchietti, tutti indorati, con loro lumine, uno specchio grande con cornice indorata e due mezzani, due bastoni, uno col manico di rame indorato e l’altro di tartaruca con l’anima dentro, due quadretti di cristallo, un parasole piccolo di carta pittata a color verde, due quadri mezzani, uno con cornice indorata rappresentante il Santissimo Crocifisso e l’altro con cornice negra, con profili indorati, rappresentante la effiggie di Nostra Signora Maria Addolorata
Due tavolini di marmo con loro piedi indorati
Un mezzo tavolino foderato di radiche d’olive, col suo piede torniato e sotto di esso un tiratoio con dentro alcune figure di Santi e carte, una statuetta di S. Michele di rame inargentata, col demonio sotto di ottone
Quattrodici sedie di paglia indorate fatte con pittura alla chinese, due sedie piccole di paglia usate, una piccola sedia per figlioli, una brasciera di rame con sua paletta d’ottone, esso piede di legno
Due piccoli baugli con ricami di seta con loro serrature, in uno di essi sette cammiscie di donna, parte di tela d’Olanda e parte di tela di Cassetta con pizzilli, ed in una di esse manicotti seu polzi, sette faccioletti di orletta, cinque para di calzette di bombace ordinaria, due para di calzette di seta bianca, uno usato e l’altro nuovo, una disciplina di perle fine e due anelli, uno di rubbini con diamanti e l’altro di diamante ed un intreccio di brilli fatto a rubbini falsi, una sciarpetta con pizzilli e tela per collo, tre senali, uno di tela d’Olanda e due di Cambraja fiorati, un senale di seta fiorato, d’argento con seta, due sottanini bianchi di Cambrè, cinque corpettini bianchi, due di tela di cassetta e due di bombace, quattro salvietti di bombace nuovi e due tovaglie usate, due locchetti con pizzilli e due tovaglie con pizzilli per la testa, un coscinetto di drappo pieno d’aroma dentro ed una pettiglia di fettuccia a color scarlato ed un altro di fettuccia negro, un mazzo di lacci di seta rossi e bianchi, proprie le sudette robbe del detto bauglietto della signora donna Chiara Sisto moglie del detto signor don Luiggi.
E nell’altro bauglietto quattro cammisciole bianche da huomo, due di tela di cassetta e due di bombace per uso del detto signor don Luiggi, tre para di calzette di mezza ventinella per uso del detto signore, due borze di pelucca, una nuova e l’altra usata, tre cammisciotti di tela d’Olanda con ricciammati di mussellino, sei cravattini bianchi per uso del detto signore, due para di calzetti di seta negra usati, una piccola veste d’amuer a color scarlato con pizzilletto d’argento attorno,una scuffietta di drappo con pizzilletto d’argento avanti, un'altra coppoletta per la notte di tela di Persia, un senale di seta usato a color di rosa proprie della detta signora.
Un altro bauglio di vacchetta e dentro otto fascie per figlioli, dodeci spargani di cottone per figlioli, un poco di bombace filato e l’altro in stoppa, alcune scatolette, una piena di osse de Santi, un reliquiario di argento con sua fettuccia, figurine di Santi, un crocifissetto di ottone con croce negra, un presepio dentro ad un ovo di Pascua
Una altra scatoletta con libretti di donazioni dentro, tre canestrini nuovi napolitani, un paro di stivali ed un pezzo di vacchetta per uso di guarnimenti.
Un altro bauglio di vacchetta di Fiandra con chiodi di ottone e dentro di esso due panni di seta, uno per battesimo di raso con pizzilli d’oro con sua tovaglia di orletta con pizzilli e l’altro di lame in argento con tovaglia d’orletta e pizzilli.
Una scatola con tre scuffie di figlioli due di drappo e pizzilli avanti e l’altra di tela con pizzilli e fettuccia in oro, tre senali di tela d’Olanda, nove spargani di lino per figlioli, tre corpettini bianchi, tre cammisini per huomo.
Una scatola, due fascie sottili per battesimo, due cannaroli per battesimo e quattro altri ordinarii, una scuffia per battesimo con fettuccia, fiori e filigrana d’argento, con la pittiglia consimile con pizzilli, otto cappelelle per la notte, un reliquiario d’argento con fettuccia e falo di argento tre cotrelle bianche imbottite di bombace, una pettiglia per figlioli con pizzilli e zagarelle scollate.
Sopra una delle dette boffette vi è un sacristano per sotto l’andriè grande, un altro piccolo per andriè, un mantelletto di criscetto negro usato per servizio della detta signora.
Una scrivania d’argento e sopra di essa un calamaio, un annarolo, un ostiarolo, un campanello ed un pennarolo ed una forbice con suo stuccio d’argento, due officii della Vergine SS. piccoli uno di essi ciappiato d’argento
Un orologgio d’argento con fiocchi di seta negro
Uno scatolino con dentro due anelli d’oro uno di essi a tre pietre, uno di diamanti con rubbino e con un smeraldo e l’altro di diamanti
Nal camerino sito dentro la detta camera
Un letto consistente in due matarazzi pieni di lana con quattro tavole e tristelli di legno pittati
Due coverte di tela di Persia imbottite con bombace con quattro cosceni pieni di lana con loro investitore
Una cortina con suo giraletto di tela di Portanova nuova a color verde
Un crocifissetto d’argento con sua croce d’ottone
Una coverta di teletta di Portanova verde
Una sedia di paglia con pomi e parte di essa indorata fatta con pitture alla chinese, un'altra sedia mezzana anco di paglia usata
Una scatola con dentro una ramiera con un po’ di thè dentro
Una cassetta di legname col suo vaso di creta per le necessità del corpo, due orinali di vetro con le loro vesti di paglia di dattoli ed uno di creta
Uno stipo a muro, con dentro alcune garrafine di vetro e molti pezzi di creta di Faenza pittati.
Nel quarto superiore
Cinque stanze cosistente in una sala e quattro camere, una dispenza ed una picciola cocina con una scala che porta sopra l’astrico e dall’altro lato un’altra dispenza con un’altra scala che porta ad un altro astrico superiore a cielo.
Nella sala di detto quarto
Cinque quadri senza cornice vecchi rappresentanti diverse figure ed effigie de Santi ed alcuni altri profani
Nella prima camera ove dormono le nutrici con le signorine
Un letto consistente in un saccone pieno di paglia con due lenzuola di tela ordinaria, tre coverte una imbottita con bombace e due di panno, una a color verde e l’altra a color rosso
Una lettiera consistente in sei tavole d’apeto con due tristelli di legname ed una zanzaniera di tela usati
Due cosceni con loro investitore pieni di lana
Un quadro al muro con l’effiggie di Nostro Signore che disputa con li dottori, usato con cornice negra
Un altro con l’imagine d’un cardinale, vecchio
Un altro con cornice negra con profili indorati lacero, con l’effiggie della nascita di Nostra Signora Sempre Vergine e S.Giuseppe
Un altro consimile rappresentante l’effiggie d’una donna che scrive
Un altro consimile rappresentante l’effiggie di S.Francesco di Paola con Nostro Signore Bambino in braccia con cornice vecchia
Un altro con cornice vecchia rappresentante una campagnola con due cavalli e due personaggi a piedi
Sette sedie di paglia usate tinte verdi
Una sedia di vacchetta usata con sua spalliera
Una boffetta di noce e sopra di essa ligati due mattarazzi pieni di lana con una coverta vecchia imbottita di bombace
Due lettiere con loro tristelli ed un talvo con quattro ferri per cortina
Un vaso ed un orinale di creta per le necessità del corpo…”
Segue la descrizione delle altre tre camere dell’ultimo quarto, delle dispense, della cucina, della camera della servitù; nel cortile vengono descritti la pagliera, la stalla e la rimessa.
L’erede dichiara che della detta eredità fanno parte anche alcune proprietà rurali: una masseria nel luogo detto il Trullo o la Salinella,una chiusa di olive nel territorio denominato della Grazia, un’altra masseria nel luogo l’Avucchiaro, un’altra masseria in S. Pantaleo, un giardino di agrumi e frutti diversi nel luogo detto S. Antonio di Padova fuori porta Lecce e alcune terre paludose in territorio di Faggiano.