La legge del contrappasso
Alla caduta del Regno d’Italia, l’Austria e i governi restaurati in Italia pretesero la restituzione della documentazione estratta dagli archivi dei rispettivi territori e confluita a vario titolo a Milano durante tutta l’età napoleonica (37). A essere spogliato di molte delle scritture di più recente acquisizione fu non solo l’Archivio nazionale, ma anche il nuovo Archivio diplomatico, il cui patrimonio venne progressivamente circoscritto alla sola area lombarda, salvo alcune eccezioni determinate per lo più dalle difficoltà incontrate nell’individuazione del materiale da rendere.
A questo fenomeno, ben noto alla storiografia di settore, se ne aggiunse un secondo, di cui sono rimaste solo poche tracce documentarie. La vasta estensione raggiunta dal Regno d’Italia aveva necessariamente comportato anche un’intensa produzione documentaria relativa all’amministrazione di territori che non entrarono a far parte del Regno lombardo-veneto. Particolarmente ricchi, in tal senso, erano i nuclei documentari custoditi nell’Archivio dell’ex Ministero dell’interno, che nei primi anni della Restaurazione subì un vero e proprio sciacallaggio, come testimoniato da alcuni preziosi elenchi delle carte consegnate ai delegati dei governi restaurati, giunti a Milano per portare in patria tutta la documentazione relativa agli ex dipartimenti del Regno tornati sotto il loro controllo (38).
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37. La rivincita dell’Aquila bicipite
Milano, 7 giugno 1814
ASMi, Atti di governo, Uffici e tribunali regi, Parte moderna, b. 366
Lettera del ministro plenipotenziario imperiale Heinrich Joseph Johannes Bellegarde all’incaricato del portafoglio del Ministero dell’interno dell’ex Regno d’Italia con la richiesta di consegnare la documentazione d’ufficio concernente la documentazione sottratta dagli archivi viennesi nel 1809.
L’indagine avviata dal ministro plenipotenziario, volta a comprendere più nel dettaglio le vicende occorse alle scritture giunte in Italia nel 1809, portò all’individuazione della documentazione da riportare in Austria. La pratica fu gestita dall’archivista Luigi Settala, nominato proprio in quel frangente alla guida dell’Archivio diplomatico, che si occupò di far riordinare e imballare il materiale per il successivo invio a Vienna.
38. La diaspora degli archivi del Regno d’Italia napoleonico
Verbali di consegna della documentazione dell’ex Ministero dell’interno destinata allo Stato pontificio, 6 giugno - 20 ottobre 1817.
ASMi, Atti di governo, Uffici e tribunali regi, Parte moderna, b. 360
Alla caduta del Regno d’Italia, i governi restaurati pretesero la consegna della documentazione relativa ai loro territori prodotta dai dicasteri napoleonici, allora conservata nell’Archivio governativo di Milano. Particolarmente corposi furono gli smembramenti delle scritture riguardanti lo Stato pontificio, consegnate al delegato Giuseppe Gariboldi dall’archivista Luca Peroni e dal collega Giovanni Simone Caldarini, quest’ultimo intervenuto in rappresentanza del governatore di Lombardia Franz Josef Saurau.
La consegna della documentazione, già divisa in base alle materie secondo cui era organizzato l’archivio ministeriale, avvenne in tre momenti, come emerge dai relativi verbali: Censo (6 giugno); Luoghi pii (7 luglio); Militare e carceri (20 ottobre). Per «premunire il geloso distacco delle proprie carte», nell’eventualità che le informazioni in esse contenute si fossero rivelate in futuro ancora utili, l’affranto Peroni si prodigò per far redigere una serie di dettagliati elenchi, descrivendo ogni singolo affare, con i rimandi alle relative registrazioni di protocollo.